
Prendiamo spunto da altri paesi europei. In Olanda si vive in barca anche in città, i canali di Amsterdam ospitano decine e decine di imbarcazioni adibite a case. Si è vero quelle non si muovono, ma sono molti gli olandesi che posseggono piccole e medie imbarcazioni che invece si muovono percorrendo chilometri di canali da città a città e raggiungendo anche il mare. Navigare è un patrimonio storico, una cultura che gli olandesi hanno ormai da sempre nel sangue.

Casa e barca in realtà appartengono a due mondi molto distanti fra loro. Se parliamo di barche a vela e non di barche a motore o di motoscafi da competizione, le barche non sono assolutamente paragonabili ad un'auto o ancor meno ad un camper. Il principale motivo è che una barca è un'opera di ingegneria che perdura nel tempo. Una barca ha una navigabilità unica, è personalizzabile, migliorabile, e anche quando il tempo passa, basta poco per ridarle giovinezza, eleganza e funzionalità. Direi che una barca non invecchia ma evolve, semmai si antichizza diventando d'epoca. Ogni barca ha caratteristiche differenti, e buone o cattive che siano, quando una barca affronta il mare deve essere il comandante a saper tirar fuori il meglio della sua imbarcazione.
In Italia c'è sicuramente il culto del "made in Italy", un culto che ci ha portato ad apprezzare maggiormente il design italiano degli oggetti, quindi l'estetica, più l'apparenza e meno il fine ultimo delle cose. Una barca permettere di vivere una vita qualitativamente migliore, permette di disperdere nelle distese del mare che la circonda le ansie quotidiane salvandoci dal lettino dell'analista, permette di imparare a vivere dell'essenziale scoprendo i propri limiti, perché allora trasformare la nautica in un gioco per pochi. Il mare è di tutti, se le politiche per uno sviluppo nautico prendessero in considerazione una riduzione dei costi di gestione e dei prezzi delle imbarcazioni di media-piccola categoria, ci sarebbe probabilmente un stimolo all'acquisto che premierebbe il settore. L'applicazione di costi elevati non stimola la crescita del settore. Se da una parte l'introduzione del leasing italiano ha invitato il settore della nautica da diporto a crescere, l'incremento dei costi di gestione lo deprime, specialmente in un momento in cui la crisi economica inizia a far sentire il suo peso. Basta fare una passeggiata in un porto e contare le barche in vendita per capire che la nautica italiana sta agonizzando. Se imparassimo a vivere e a far vivere il mare con normalità e semplicità e non come un lusso solo per ricchi, la riduzione delle spese di gestione porterebbe sicuramente ad un incremento della richiesta di posti barca e l'Italia tornerebbe ad essere ancora una patria di naviganti veri.
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