martedì 2 dicembre 2008

MARE D'INVERNO

Per chi naviga i tempi sono sempre più duri, specialmente se le imbarcazioni pur di classe A, quindi in grado di affrontare qualunque mare, non sono vere e proprie navi ma imbarcazioni per nautica da diporto.

Negli anni passati gli eventi metereologici non sono mai stati teneri ma in questi ultimi due tre anni l'autunno e la primavera mettono in campo burrasche e tempeste, rinnovate in intensità e frequenza, oltre a temporali più simili a tempeste elettriche e a improvvisi e spettacolari vortici che nulla hanno di piacevole. Vero è che alle nostre latitudini il peggio che si può attendere è una tempesta forza 10-11 (che vi garantisco non è per niente piacevole), ma la frequenza e la rapidità con cui questi fenomeni si verificano ormai in ogni stagione non permette negligenze.
Con le nuove tecniche di telerilevamento satellitare, l'informazione meteo ha acquistato un livello di certezza che mai prima d'ora aveva avuto, perché allora non approfittarne, ma attenzione qualcosa è cambiato. I modelli matematici sono corretti, ma la frequenza e la rapidità con cui certi fenomeni si verificano dipende dall'accrescimento della quantità di energia accumulata tra mare e cielo. Come in una gigantesca pentola a pressione, il vapore acqueo intrappolato nell'atmosfera mantiene il calore marino. Basta una corrente fredda, magari polare come quella che ha colpito l'Italia nei giorni passati, per destabilizzare l'intero bacino creando una sequenza di eventi di origine convettiva, caratterizzati da una forte componente di aleatorietà, specialmente sul dove, quando e come tali eventi si manifesteranno.
In tempi di riscaldamento globale, l’aumento progressivo della temperatura terrestre incrementa la temperatura marina superficiale, con condizioni ideali per l’innesco di depressioni tropicali che potrebbero degenerare in cicloni nostrani, tranquilli, mai in uragani che sarebbero fisicamente impossibili nel nostro bacino e a queste latitudini. Ad ogni modo la sicurezza della navigazione, dovrebbe prevedere che i nuovi porti venissero costruiti prevedendo uno spazio calmo, una rada protetta adatta ad ospitare anche per alcuni giorni barche alla fonda in fuga da eventi estremi come quelli che si stanno verificando in questi giorni. Maggiore sicurezza nella navigazione non significa solo un E.P.I.R.B. a bordo, ma significa soprattutto prevenzione per un turismo nautico più sereno e una rilancio della nautica da diporto in "stagioni di mezzo" che avrebbero ancora molto da offrire. Attenzione però, mai uscire in mare senza il conforto della previsione metereologica, il rischio dell'imprevedibile è un'altra cosa.

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